Senza memoria non c’è futuro

 – Aggiornamento
"Ricorda per sempre il 9 Novembre" –

…Berlino, Potsdamer Platz       21 Luglio 1990
…mezzo milione di persone
…52 nazioni del mondo collegate in diretta

…avrei dato una palla per esserci…

              "Ricorda per sempre il V Novembre"

Siamo un popolo dalla memoria corta (e dalla coscienza civile monca)…
…per questo scivoliamo, politicamente e socialmente, verso abissi sempre più oscuri dei precedenti…

Dai diari di Michele Schirru, anarchico, eroe, martire,
UOMO LIBERO…

” Il fascismo, come tutte le altre dittature e tirannie, mi ha sempre inspirato orrore. Mussolini con le sue vigliaccherie, con le sue persecuzioni feroci di tutto un popolo, coi suoi cinismi brutali, non aventi altro scopo che di conservargli il potere, io l’ho sempre considerato un rettile dei più dannosi per l’umanità. Le sue pose da Nerone, da boia, da carnefice di un popolo e della libertà, che si gloria di strozzare e di calpestare, mi hanno sempre inspirato odio, odio e ribrezzo, non per l’uomo, mezzo quintale di carne flaccida ed avariata, ma pel tiranno, massacratore dei miei compagni, traditore di quei lavoratori che fino a pochi anni fa l’avevano sfamato.
Fino al 1922 pensavo che per stroncare la tirannia bisognava stroncare il tiranno. La libertà non è un corpo putrefatto, che si possa calpestare impunemente. La storia ci insegna che in tutti i tempi la libertà, calpestata dai tiranni, ha trovato difensori arditi. La tirannia assolda sicari, ma la libertà crea i vindici e gli eroi. E nessun esercito di sicari è mai riuscito a trionfare della volontà, né ad arrestare la mano del giustiziere.
Ai primi di quest’anno venni in Europa col solo scopo di incontrare questo boia e ricordargli che la libertà è ancora più viva che mai, che ancora riscalda il cuore dei ribelli e li spinge al sacrificio e che non è ancora spenta la buona e vecchia razza degli uomini liberi, che sanno vendicare le crudeltà e le torture inflitte ai loro compagni.
Nel maggio di quest’anno, in occasione dei viaggi clamorosi del tiranno nell’Italia settentrionale, e specialmente a Milano, cercai inutilmente di mettere in esecuzione il mio piano. Dovetti purtroppo constatare che non basta avere la volontà, occorre anche avere il mezzo adeguato per colpire. E vista l’inanità del mio sforzo, ripigliai la via dell’estero onde aver agio di prepararmi meglio e preparare il materiale che mi occorre per poter colpire bene e con sicuro effetto.
Oggi ritento la prova, certo di riuscire, certo che la vendetta cadrà inesorabile e provvidenziale sul mostro che, non contento del martirio inflitto a quaranta milioni di italiani, fra poco, sempre per libidine di potere, d’accordo con la monarchia sabauda, razza di traditori e di codardi, e con la complicità di tutti gli altri fascismi d’Europa, scatenerà su tutto l’umano genere il flagello sterminatore di una nuova guerra.
Il mio gesto non sarà delitto, perché riparazione di crudeltà senza numero e prevenzione di stragi ancora maggiori, non sarà assassinio perché volto contro una belva, che d’umano non ha che l’apparenza: sarà un servizio reso all’umanità, ed è dovere d’ogni uomo amante della libertà, d’ogni uomo libero compierlo.
Ma se io cadrò senza avere raggiunto il risultato, che da tanti anni spero di raggiungere, sono sicuro che altri prenderà il mio posto. Ai tiranni non si perdona, non si deve dar tregua. Facciamo nostro il motto del tiranno stesso: <<rendere la vita impossibile ai nemici>>. Nessuno più di lui è nemico del genere umano. Ebbene, noi dobbiamo cercare con tutti i mezzi ed in tutti i luoghi di rendere impossibile la vita tanto al boia che ai suoi tirapiedi. Ce lo impongono le esigenze della lotta. La tirannia muove alla libertà una guerra spietata, senza tregua. Noi non abbiamo soltanto il diritto, ma anche il dovere di difendere nella libertà i destini dell’umanità. ”